giovedì 30 agosto 2012

MELONE ROSPO /2


di Angelo Passalacqua 


Seconda visita all'orto del nostro Amico Teresio, dopo il pomodoro di Rotonda ci mostra l'esito delle semine di prova del melone Rospo, di cui vi ho già parlato tempo fa


Cedo la parola a Teresio

Ho coltivato due varietà di melone Rospo, quella di Angelo ed una ricevuta da un Amico di Parma che si occupa di sementi "antiche". Le piante hanno avuto crescita e sviluppo rigoglioso della vegetazione, purtroppo i primi frutti sono stati rovinati e mangiati dai soliti lumaconi che infestano il mio orto, a torto ritenevo di averli eliminati...

 
L'annata di coltivazione è stata quella del 2011, i frutti sono riusciti comunque a maturare, forse la pezzatura dei meloni non è quella dovuta ma essendo i secondi frutti non è poi andata troppo male!


Il Rospo nato dai semi avuti da Angelo



Particolare dell'interno del melone: 


A distanza di cinquanta metri ho coltivato altri meloni Rospo, semi provenienti da Parma 


Le piante erano leggermente diverse dalla varietà di Angelo ma il frutto era molto simile, sia come caratteristiche che come dimensioni 


I meloni presentavano una buccia sottile e senza protuberanze, forse ciò si può attribuire al mio terreno ed al fatto che non avevano raggiunto dimensioni accettabili.


Teresio L. 

Molto interessante lo scritto sul melone Rospo di Andrea:

 http://oryctesblog.blogspot.it/2012/08/orto-antico-il-melone-rospo-o-satra.html

venerdì 24 agosto 2012

CIME DI RAPA


Brassica rapa sylvestris L. 

di Angelo Passalacqua 


La lacuna andava colmata, gli Amici mi facevano notare che, in questi anni, non ho mai parlato di cime di rapa, grave colpa per un pugliese! 


 http://it.wikipedia.org/wiki/Brassica_rapa_sylvestris

La coltivazione di questa particolare varietà di rapa che non fa radice ingrossata è molto diffusa nel Meridione d'Italia, Puglia, Campania e Lazio. La parte edibile è l'infiorescenza coi fiori ancora chiusi e le foglie, quelle piccole e tenere.


Le varietà coltivate in Puglia sono tantissime, in pratica ogni paese ha la sua, con conseguente modo e periodo di coltivazione. Anche le sementiere mettono in vendita alcuni semi, sono le più conosciute quarantina, cinquantina, sessantina, novantina, centoventina, ecc. Prendono il nome dalla durata in giorni della coltivazione, sono ben poca cosa rispetto alle decine di varietà locali di cima di rapa.



 Vi mostro poche varietà, sappiate quindi che vi aspettano altri contributi, cima di rapa 2, 3, 4... 
La semina la farò tra poco, per le varietà vi faccio un elenco parziale, impossibile elencarle tutte. Partiamo dalla semiselvatica cima di rapa a foglia d'ulivo, la cassanese, di Altamura, la noce, le grosse di Fasano, di Noci, le tante del Salento, le murgesi, le ricce di San Marzano, la grossa di San Martino, le marzatiche, le aprilatiche, di Maggio, le nataline 



Potrei continuare l'elenco per una mezzoretta almeno, ma mi fermo qui, dopo avervi segnalato una particolarissima varietà napoletana, i celebri friarielli napoletani. La polemica tra i sostenitori di friariello=cima di rapa ed i contrari è sempre aperta, io posso dire che, se di cima di rapa trattasi, è diversa dalle altre, per forma fogliare, portamento e, sopratutto, sapore. Ho avuto i semi dalla zona di origine, quest'anno avrò anche la fortuna di poter coltivare il friariello "originale" del quartiere di Napoli, grazie ad un Amico napoletano che vive da molti anni in Toscana! Li portò con sé ed ora crescono lontano dalla patria...

 http://www.friarielli.it/storia.htm



Alcune hanno cime più grosse dei broccoli


In cucina, le cime di rapa vengono mangiate dopo averle lessate in acqua, scolate e condite nel piatto con un filo di olio e.v.o, nella ricetta più "leggera" , ma è più conosciuta la famigerata orecchiette e cime di rape 


La ricetta culinaria dei paesi interni non ha come ingrediente i pomodorini ma le alici conservate sotto sale, quella barese no, pur essendo città di mare...


ORECCHIETTE E CIME DI RAPA


ORECCHIETTE


SALSICCE E FRIARIELLI


PANCOTTO CON I BROCCOLI FRIARIELLI
 

domenica 19 agosto 2012

SEMI DI CAROTA


di Angelo Passalacqua 


Eccomi qua a mostrarvi come mi procuro i semi di carota, quelle di cui non si trovano i semi da nessuna parte... Non vuole essere un manuale, vi faccio vedere come faccio io.



Le carote possono essere di ogni varietà si desideri rifare i semi, nelle foto sono le mitiche carote di San Vito, quelle coltivate a Polignano a Mare, non è una varietà che posso coltivare nei miei terreni e neppure in quasi tutti gli orti degli Amici, due o tre fortunati che vivono in paesi similpolignano riceveranno i semi. Ora devo spulciare tra le mail...



Pianta a ciclo biennale, la carota va a seme il secondo ciclo coltivativo, a seconda della varietà cambia il periodo di coltivazione. Si parte quindi dalle radici pronte ed estirpate dal terreno, si dovrebbero conservare sotto sabbia asciutta fino al momento di ripiantare, ciò non vale per le Polignano perché le ultime carote si trovano fino a Marzo-inizio di Aprile. Si tengono in busta di plastica chiusa a gruppi di sei/otto in cantina o nel ripiano del frigo riservato alla verdura, meglio controllare ogni tanto e verificare le carote stiano risvegliandosi e non marciscano.

Per esperienza sconsiglio di interrare le carote intere perchè marciscono molto facilmente partendo dalla base, meglio tagliarle come vedete nella prima foto mangiando lo "scarto..."
Per ottenere semi più vitali e sani è indispensabile piantare una ventina almeno di carote, dopo il taglio fare asciugare bene prima di interrare. 



Ho messo la carota appoggiata sul terriccio per mostrarvi lo spuntare delle radici, come vedete esse vengono fuori dall'esterno, dagli "occhi" 



La cassetta ha la profondità di 20 centimetri, le carote interrate sono 24. Tenere in luogo riparato o balcone nel primo periodo di crescita, il terreno deve essere molto drenante, in caso usare sabbia di fiume mista al terriccio, innaffiare poco e niente concime. 



Appena possibile si porta il vaso all'esterno, si scava una trincea profonda a sufficienza, deve restar fuori solo un bordino di 5 centimetri circa, la base deve essere molto drenante, caso contrario mettere sassi e ghiaia



Ora bisogna pazientare qualche mese, le piante cresceranno e metteranno le ombrelle coi fiori, molta attenzione da prestare a che non ci siano altre piante di carote coltivate o selvatiche nel raggio di almeno 500 metri, in fioritura contemporanea, per evitare ibridazioni! 






L'impollinazione avviene tramite insetti e vento, ovviamente niente isolamento delle piante!



Ora  la pianta comincia a seccare partendo dai fiori, non occorre innaffiare più del solito, sempre con molta moderazione! 



I tanto desiderati semi sono maturi, ora dovete evitare che intemperie varie distruggano tutto il lavoro fatto, tagliare le ombrelle e metterle in busta di carta, poi a casa faremo il lavoro di pulitura, alquanto fastidioso ma che profumo!!! Oppure avvolgere le ombrelle con sacchetti di garza o in tnt e legare sul fusto, avrete più tempo per raccogliere senza temere la perdita dei semi



http://scientificgardener.blogspot.it/2012/07/processing-carrot-seed.html


mercoledì 15 agosto 2012

ANIMA SALVA


di Angelo Passalacqua 


http://lecaprettetibetane.blogspot.it/2007/08/oggi-e-ferragosto-ma-anche-il-mio.html




http://www.youtube.com/watch?v=i3k0oiypPHU

"Maestro, a cosa mi serve la filosofia?"
"A nulla, perché la filosofia non è una serva."
                                             
                                                        Aristotele 

http://www.youtube.com/watch?v=sbUFNluggsY

"Le aquile non volano a stormi." 
                                                        Ch'u Yuan

http://www.youtube.com/watch?v=I1KcHAaU4-Q


Tante aquile sparse, non un solo gregge...

http://www.youtube.com/watch?v=rkoJgPkFoDs
http://www.youtube.com/watch?v=3l1TOT9FK4I

"Etiam si omnes, ego non"
"Anche se tutti, io no." 

http://it.wikipedia.org/wiki/Etiamsi_omnes,_ego_non


La democrazia non sarà mai completa finché ci sarà una maggioranza che non rispetta ma opprime la minoranza ed una minoranza che cerca di diventare maggioranza per continuare il sistema di potere.

http://vimeo.com/15237605
http://www.youtube.com/watch?v=s5sbAvb7iNE&feature=related
http://www.youtube.com/watch?v=WQk4Jt0iHEs

Fa riflettere:
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2012/08/14/news/cammina_per_strada_con_il_suo_piccione_aggredito_da_un_animalista-40958278/?ref=HREC1-10



Dedicato all'Anima Salva nata a Ferragosto
                                                                    

domenica 12 agosto 2012

AGLIO MASCHIO

allium ampeloprasum 

di Angelo Passalacqua 

Di questa particolare varietà di aglio ne ho già parlato nel post dell'aglio elefante, deriva dal selvatico porraccio, ma se già il poco conosciuto elefante ha gli spicchi divisi come tutti gli agli, l'ancor meno noto aglio maschio ricorda il progenitore selvatico

 http://luirig.altervista.org/schedenam/fnam.php?taxon=Allium+ampeloprasum


A destra si vede una testa aperta di aglio elefante, i due bulbi al centro ed a sinistra, l'infiorescenza sono di aglio maschio 


Da notare i piccoli bulbilli, sono sia sulle radici della pianta che sul bulbo, all'esterno ed anche sotto la prima pergamena 


Di solito la difinizione di "Mascolino" data ad un vegetale è dispregiativa perché viene meno la produzione di "figli" numerosi a perpetrare la discendenza

 http://www.faldus.it/frame%20generica%20modi%20di%20dire%20aspetto%20fisico.htm


Ripiantare e coltivare una pianta che fa un solo bulbo per ogni bulbo interrato non avrebbe senso, per fortuna i piccoli bulbi coperti da una spessa pergamena marrone sono fertili, da me l'aglio maschio cresce spontaneo.

Il sapore è molto meno marcato degli agli veri e propri, comune all'aglio elefante, di sicuro è apprezzato da chi non ama il profumo,  il sapore e la "pesantezza" di digestione  degli agli comuni! In più, si conserva a lungo sia appeso in treccia che in cassetta.

 http://unpezzodellamiamaremma.blogspot.it/2011/07/aglio-maschio-sottovetro.html



giovedì 9 agosto 2012

LA RACCOLTA DEI LEGUMI


di Angelo Passalacqua 


Dopo tutto il lavoro fatto dall'autunno scorso, arriva il momento tanto atteso, quello del raccolto. 
Quello dei cereali è passato da tempo, ora tocca ai legumi



Il terreno poco fertile ed arido è l'ideale per tutti i legumi, dai ceci alle lenticchie, cicerchie e fave, li semino al tempo giusto in lunghe file, come vedete nella foto 



Due etti di lenticchia nera interrata a Dicembre, le piante sono ora alte 40 centimetri circa, i semi maturi traspaiono dai piccoli baccelli



Il momento è giusto, le piante secche non possono più attendere altrimenti i semi cadranno a terra, le cime sono verdi e coi fiori perché la maturazione è scalare. Un tempo si estirpavano le piante e le si lasciavano seccare a terra, riunite in mucchi che cambiavano nome a seconda del legume e di forma diversa, tampanedd per le lenticchie, pignon per i ceci, ruscidd per le fave. La priorità dei lavori costringeva i contadini di una volta  a programmare i raccolti, si lavorava a mano, adesso con le macchine si miete direttamente. Ciò non vale per me, viste le quantità di piante per ogni varietà continuo a lavorare a mano in ogni fase di coltivazione... 



Qui vedete l'operazione fatta estirpando le piante e, battendo col maglio in legno, eliminando le parti legnose, legumi e paglia si raccolgono nella carriola



Con l'aiuto dei setacci e del vento la successiva opera di separazione, la vedremo dopo. Quando la quantità di piante è maggiore si ricorre ad altri metodi 



Si può usare il robusto telo, la rac'n, occupandone metà con le piante da battere, ripiegandone l'altra metà sopra e poi basta camminarci su, coi piedi o col trattore. Si tolgono le parti legnose con le forche, si continua a battere coi magli o col correggiato e/o si riempie a metà un sacco, si mette a terra e, come prima, ci si passeggia sopra...

 http://www.realseeds.co.uk/winnowing.html


http://luciadelchiaro.blog.kataweb.it/il_mio_weblog/2008/10/04/


http://www.walser-cultura.it/bdm/1525/?idtipologia=5

Uno strumento molto antico, si usava anche per i cereali

http://www.youtube.com/watch?v=SVmyQG0uvfk


Anche le forche erano di legno. Quest'anno un buon raccolto per cereali e legumi, la fatica è stata ben ricompensata!



Cicerchia piccola...



...cece bianco...   



...e ceci rossi, a seme liscio ed a seme rugoso.


lunedì 6 agosto 2012

Controllo delle erbe infestanti

Coltivazione a "terra nuda"
di Orto delle Piane

Le erbe infestanti (che brutto nome per delle innocenti creature del Signore!) nella mia realtà, fatta di clima freddo e piovoso, sono un problema che richiede importanti tempi di lavoro e di attenzione.

L'assunto di base, che credo tutti possiamo condividere, è che se le infestanti stanno al di sotto delle colture non rappresentano un problema, ma se si sviluppano sino a sommergere le colture, allora queste, non ricevendo più la giusta luce, soffrono e si sviluppano male.

Quello che va contrastato o evitato è quindi fondamentalmente la "sommersione".

Ho sentito raccontare di mitici orti "Fukuokiani" dove le infestanti crescono liberamente senza recare importante danno alle colture, e ci ho provato anch'io, ma la "sommersione" è risultata progressivamente fatale, quindi, o questa tecnica non è adatta alla mia realtà, oppure ho sbagliato qualcosa.

Sono convinto che anche riguardo questo argomento non esista la tecnica assoluta e perfetta, e che ognuno ha da trovare la sua, adatta alla propria realtà, al proprio credo, carattere, clima, gusto estetico, filosofia di vita.

Siamo tutti invitati a raccontare i nostri metodi, e nel confronto potremo tutti insegnare e imparare qualcosa.

TECNICA A "TERRA NUDA"
La tecnica che uso con le verdure piccole (carote, insalate, rape, coste, cipolle, porri, legumi nani, e per ora anche cavolami) la chiamo "a terra nuda" che, come dice la parola, consiste nel mantenere nell'orto solo terra e colture, le infestanti via, tutte, zac, così come mi ha insegnato a fare la mamma.

Nei piccoli orti familiari probabilmente è la tecnica più nota e diffusa, e non è difficile applicarla, basta avere il tempo e la costanza di "sfilare" manualmente le infestanti man mano che crescono.

Orto delle Piane - Tecnica a terra nuda 


Ma se l'orto è grande, correre dietro a tutte le "erbacce" diventa una bella ginnastica, e se il tempo è pure piovoso finisce che le infestanti fanno festa, e la loro velocità a spuntare e crescere diventa via via maggiore della nostra a togliere, sino a sconfiggerci per sopraggiunto esaurimento e smancoro.

Se pratichiamo questa tecnica, e la vogliamo applicare con minor fatica e maggior successo, allora può tornare utile ragionare su alcuni aspetti (una buona teoria non è nociva a una buona pratica) e applicarli a tecniche appropriate; vediamo quali.

Da dove arrivano le infestanti? Ho constatato che se avvio un orto in un terreno che era a prato (quindi erba da pascolo o foraggio, !non incolto!) le infestanti sono inizialmente pressoché assenti, perché ai semi dell'erba da prato forse non piace la terra smossa, e i semi delle infestanti da orto ancora non sono presenti, e quindi la festa la faccio io.

Se invece riavvio un orto abbandonato, dove le infestanti sono state lasciate libere di crescere e andare a seme, allora è tutto un germogliar di maleerbee, e sarebbe un disastro piantar carote, o prezzemolo.

Deduco che le infestanti arrivano quindi principalmente dal seme caduto naturalmente a terra, e secondariamente da semi portati dal vento, o da altri agenti "esteri" (pacciamature e letame immaturo).



Le infestanti non sono tutte uguali. Ovvio! Ed è utile imparare a conoscerle e distinguerle, ogni realtà ha le sue infestanti, e anche le modifiche che possiamo apportare al terreno (concimazione, irrigazione) portano alla modifica delle specie presenti (quindi le specie presenti sono anche dei buoni indicatori delle caratteristiche del nostro terreno).

Ma soprattutto alcune infestanti fanno grande festa con lavorazioni inappropriate, tipo la fresatura (sminuzzamento e moltiplicazione delle radici ributtanti), o la concimazione con letame immaturo (alcune infestanti hanno imparato a diffondersi tramite i loro mangiatori).


Vitalità e germinabilità del seme nel terreno. Dalle mie osservazioni ho ricavato che il seme delle infestanti sopravvive germinabile nel terreno per molti anni, indicativamente cinque.

Il seme che a seguito delle lavorazioni verrà a trovarsi nei centimetri superficiali del terreno germinerà, quello sommerso nel profondo dormirà, pronto però a risvegliarsi quando lo riporteremo in superficie.

Inoltre, come per i nostri ortaggi, ogni infestante ha una sua temperatura ottimale di germinazione, e nel corso dell'anno potremo facilmente constatare, nel susseguirsi di temperature diverse, germinazioni successive di specie diverse.


Ragionati questi aspetti vediamo ora come possiamo applicarli alle giuste tecniche

Orto delle Piane - L'orto perfetto

Questo "orto perfetto" non è il mio (vanitoso sì, ma non esageriamo), ma quello dell'associato Domenico, che tiene più diligenza e meno terra di me.

Ingrandite pure, non c'è una infestante, una erbaccia, una malaerba, una erba cattiva, o che dir si voglia, a pagarla oro.

Domenico è un vero integralista duro della terra nuda, solo terra e coltura.

Questo orto lo coltivavo io, e gliel'ho passato qualche anno fa con un abbondante corredo di semi infestanti, e lui con la sua pluriennale costante attenzione lo ha ben bonificato, e ora il lavoro per mantenerlo "pulito" è sicuramente meno gravoso, perché nella terra i semi infestanti sono sempre meno.

Orto delle Piane - Gli orti imperfetti

In questa immagine vediamo invece degli orti imperfetti, dove la "gestione" delle infestanti risulta mal eseguita, per questi motivi:

Nella porzione a sinistra (quella verde smeraldo) le infestanti "sormontano" la coltura a patata, che non riceve più la giusta luce, e le infestanti stanno andando a seme, centuplicandosi; il raccolto sarà scarso, e le infestanti aumenteranno.

Nella porzione centrale (sempre a patata) il diserbo è stato eseguito tardivamente; nella porzione ingiallita la patata esposta alla improvvisa luce e non più sorretta dalle infestanti è crollata, nella porzione marrone, dove il diserbo è stato eseguito ancora più tardi, la patata è praticamente moribonda; in entrambe le porzioni il raccolto sarà sicuramente scarso e insoddisfacente; la mancata tempestività nel diserbo avrà vanificato lo sforzo coltivativo comunque compiuto.

La porzione a destra è stata invece tenuta a riposo, e sta formando prato a trifoglio.

Nella porzione sullo sfondo, a cipolle, porri, erbette e patate, le infestanti non coprono le colture, ma sono diffusamente presenti; il raccolto ci sarà, ma se le infestanti non saranno tolte per tempo produrranno abbondante seme che peggiorerà l'infestazione l'anno prossimo.

Sulla scorta dei ragionamenti precedenti ora vorrei raccontare alcune tecniche e accorgimenti che utilizzo per alleggerire la fatica del mantenimento della "terra nuda"

Tecniche e accorgimenti: Falsa semina. 

Una interessante tecnica che possiamo utilizzare in terreni molto infestati dove intendiamo coltivare verdure minute, in particolare le carote (chi non si è dannato a diserbare a mano le carote molto infestate?), viene chiamata falsa semina.

Consiste nella normale preparazione del terreno sino a sminuzzamento e livellamento superficiale, come se dovessimo seminare, ma invece non lo facciamo, e proseguiamo creando le migliori condizioni di germogliamento, con irrigazioni a pioggia e se è caso (basse temperature) con copertura con telo di tessuto non tessuto o altro atto ad innalzare la temperatura del terreno e a mantenere ottimali condizioni di umidità.

Trascorso il giusto tempo (indicativamente 15 giorni) molti semi infestanti saranno germogliati e noi con una sarchiatura leggera superficiale, da farsi con terreno asciutto in giorno di sole sicuro, le eliminiamo velocemente tutte per disseccamento (sig, una vera strage degli innocenti!) 

Se è caso possiamo ripetere l'operazione della falsa semina una seconda volta, per eliminare i semi profondi che nella operazione di sarchiatura abbiamo riportato a galla.

Nella sarchiatura che segue l'ultima falsa semina e nella successiva semina "vera" dobbiamo porre attenzione a non movimentare il terreno in profondità, per non riportare a galla nuovi semi.

Non dovremo comunque stupirci se alcune infestanti si presenteranno ancora, potrebbero essere di alcuni semi "scampati" o di varietà infestanti che necessitavano di condizioni di germogliazione diverse da quelle che avevamo artificialmente creato ( temperatura, umidità, tempi di germogliazione).
  • Cure successive - Semina e/o trapianto. Nel terreno così preparato semineremo o trapianteremo i nostri ortaggi, in file ben diritte (capiremo dopo perché) e distanti almeno la misura abbondante della lama dell'attrezzo sarchiatore (quello che utilizzo io misura 25 centimetri) avendo l'accortezza, nel caso di semina, di mantenere evidente, con lieve affossamento o altro, dove abbiamo seminato.
  • Cure successive - Sarchiatura. Quindici giorni dopo la semina, è richiesta la prima attenzione, nel verificare se negli spazi tra le file sono germogliate nuove infestanti (possiamo già vedere le prime piccole foglioline verdi, oppure smuovendo delicatamente il terreno superficiale vedere degli esili filini bianchi). Non dobbiamo aspettare che le infestanti diventino grandi e grosse, perché è questo il momento migliore e meno faticoso per intervenire con una leggera sarchiatura raso terra tra le file, sempre con terreno asciutto e in giornata di sole sicuro.
    Imparare a fare tempestivamente e correttamente questa operazione è fondamentale, e se è caso ne parleremo ancora.
Orto delle Piane - Sarchiatore all'opera tra file di barbabietola rossa trapiantata

Nell'immagine si può capire che se le file sono diritte e giustamente distanziate l'attrezzo potrà scorrere nelle interfile (in due o più passaggi) preciso e spedito a bordo della coltura senza danneggiarla

Prima dissertazione: mettere a dimora piantine già cresciute (trapiantare) dà il vantaggio che queste saranno più avanti nella crescita delle infestanti che germoglieranno nelle file, e con la loro ombra ne inibiranno la crescita veloce, facilitando la successiva estirpazione (la radice della coltura sarà più profonda e ancorata di quella delle infestanti).
Seconda dissertazione: per alcuni ortaggi è più semplice fare la semina a dimora (carote, prezzemolo, erbette e insalate da taglio, legumi nani, eccetera) e se lo facciamo in file semplici (in un solchetto a V posando il seme sul fondo), ridurremo la superficie nella fila in cui le infestanti potranno germogliare e annidiarsi, rendendo più facile e veloce il diserbo manuale dentro le file.
Terza dissertazione: la semina a spaglio in terreni molto infestati è sconsigliata, il diserbo manuale diventerebbe una angoscia.
Quarta dissertazione: meno movimentiamo il terreno in profondità e meno riportiamo in superficie semi "dormienti"
Quinta dissertazione: la sarchiatura, oltre a eliminare le infestanti, è utilissima a rompere la crosta superficiale che si forma dopo la pioggia o l'innaffio, crosta che riduce l'arieggiamento del terreno e aumenta  l'evaporazione dell'acqua per capillarità della terra.

Fateci caso, già il giorno dopo la sarchiatura le colture sono più sorridenti, come se avessero ricevuto un benefico "massaggio"

Sesta dissertazione: il sarchiatore lavora bene e veloce nel terreno privo di "sassoloni" che lo farebbero impigliare e sbandare, sassoloni che potrebbero pure essere sospinti sulle giovani colture, danneggiandole.
 I miei terreni sono mediamente "sassolosi" quindi dove faccio conto di sarchiare elimino i pietrozzi con rastrellatura superficiale nella fase di preparazione del terreno prima della semina o del trapianto.
  • Cure successive - Rincalzatura: le colture che amano la rincalzatura (patate, legumi nani) la riceveranno quando è ora; potrebbe essere utile precederla con una sarchiatura se le infestanti si sono affacciate abbondanti, quando per la rincalzatura è ancora troppo presto.
  • Cure successive - Diserbo manuale: La sarchiatura non potrà eliminare le infestanti cresciute nelle file, queste le dovremo quindi togliere a mano, quando le colture seminate risulteranno ben radicate, e quando le infestanti avranno raggiunto una dimensione comoda da agguantare.
    Dopo il diserbo manuale è bene far seguire una innaffiatura, per riassestare le radici delle colture smosse.
    La crescita delle colture (l'ombra che producono) inibirà sempre più la crescita delle infestanti (effetto copertura o sommersione), e potrà quindi capitare che occasionali presenze di infestanti "sottoposte" alle colture non costituiscano più un problema.
  • Cure successive - eliminazione delle infestanti emergenti: Capita però anche che alcune infestanti riescano ad emergere comunque sopra le colture, e avviarsi per andare a seme.Non rappresentano più un danno per la coltura in atto, ma per ogni infestante che lasciamo andare a seme ne ritroveremo cento, o mille, negli anni a venire.
    Conveniente è quindi eliminare per tempo anche queste "emergenti" , ogni volta che le vediamo.

Orto delle Piane - Eliminazione delle infestanti emergenti (coltivazione a patata)

Fintanto che la coltura ci consente di entrare senza danno tra le file è propizio eliminare le rade infestanti emergenti, prima che vadano a seme.

Attenzioni particolari: la tecnica "a terra nuda" comporta anche alcuni svantaggi:

Dilavamento del terreno: capita soprattutto nei terreni in pendenza, come i miei, che forti piogge possono innescare pericolosi fenomeni di dilavamento e ruscellamento, riducibili con l'accortezza di predisporre le file e tenere il terreno sistemato "a onde" trasversali al senso di pendenza.
Riduzione della biodiversità: essendo presente solo la coltura, viene meno l'effetto "confusionale" avverso ai parassiti prodotto dalla molteplicità. Può essere mitigata con le opportune e utili consociazioni a file di varietà ortive differenti.
Necessità di costanza e tempestività: se non possiamo/sappiamo essere tempestivi e costanti la tecnica a "terra nuda" non fa per noi, inutile sarebbe lavorare tanto per fare il 90% se poi tralasciando quel restante 10% vanifichiamo tutto. 

Altri svantaggi al momento non mi vengono in mente, ma mi auguro che vengano puntualmente indicati e riferiti dagli oppositori di questa tecnica, nei commenti nel blog, che attendo fiducioso, per una corretta futura implementazione di queste mie imperfette note; non ne vedo le ore (l'ironia è il sale della vita).

Ora vorrei raccontare di un'altra tecnica che uso per gli ortaggi "grandi"  (zucchine, zucche, legumi rampicanti), che chiamo la "coltura nel prato"...

Orto delle Piane - Tecnica a prato e pacciame - Zucchinera

Nell'immagine si possono vedere anche le mezze bottiglie di recupero che uso per proteggere le giovani piantine di zucchina dal freddo tardivo e dalle voraci limacce rosse.

... ma un post non ha da essere troppo lungo, e questo ha già superato abbondantemente la giusta misura, per cui, se Dio vuole, lo farò un'altra volta; per ora quindi con una mano affettuosamente vi saluto e con l'altra vi mostro la mia preziosa "bacchetta magica" , imprescindibile strumento per attuare con successo la tecnica "a terra nuda".

Orto delle Piane - Paola

P.S: anticipo le mie scuse a tutte quelle lettrici e lettori che leggendo questa nota si sono sentiti attorcigliare le budella per gli orrendi massacri di innocenti creature che così disinvoltamente illustro e propugno.

Sarò lieto di apprendere altre tecniche meno macellaie, che, se altrettanto efficaci,  procurerò di applicare nel mio lavoro.