giovedì 30 settembre 2010

Anguria Moon and Stars

ANGURIA MOON AND STARS
Citrullus lanatus Fam. Cucurbitacee

di Angelo Passalacqua


L'annata 2010 non è stata molto favorevole per angurie e meloni, la maturazione è stata molto tardiva e, per un paio di meloni, in questo momento ho ancora piante con frutti immaturi e non so se Ottobre avrà un clima clemente da consentire la maturazione.


L'anguria Luna e stelle è una varietà tardiva di cocomero e non ha avuto per fortuna problemi.


Avevo già coltivato questa varietà di anguria anni fa, precisamente quella a polpa rossa mentre questa ha la polpa gialla. La caratteristica buccia con una grossa luna e molte stelle è comune alle due varietà.


A destra la grossa Luna…


... e le tantissime Stelle.


Per il test di prova ho messo 4 piante di anguria tra i filari di ceci, non ho volutamente usato letame né compost, limitandomi ad innaffiare ogni tre giorni. La crescita delle piante è stata libera, non ho cimato, nessuno stelo si è allungato più di un metro. Le avversità si sono limitate a qualche foglia ammalata che ho eliminato, non è stato necessario intervenire coi rameici né coi macerati. Il peso medio dei frutti è stato  3 chili e mezzo ma solo per l'assenza dei nutrienti, in condizioni "normali" la pezzatura è molto superiore. Anche le foglie presentano le macchie gialle delle "stelle".



La polpa è di color giallo, i semi bianchi. Per il sapore, occorre lasciar maturare alla pianta, senza aver fretta... Consiglio anche di non consumare subito ma tenere l'anguria per 5/6 giorni in casa, gusto e dolcezza ne guadagnano molto!


Qui potete vedere le varietà di angurie Moon and stars, tra cui  questa a polpa gialla.

http://www.kokopelli.asso.fr/boutic/bou_list.cgi?pg=2&codefam=pas&codesfam=pas&lang=

http://www.kokopelli.asso.fr/boutic/bou_vpro.cgi?codepro=p4858

venerdì 24 settembre 2010

Raccolta dei semi

La raccolta dei semi
di Angelo Passalacqua


La mia intenzione non è quella di scrivere un manuale per autoproduzione dei semi ma, come più volte mi è stato fatto notare, in un blog dove si scambiano  e si conservano semi, qualche consiglio ai principianti bisogna dispensarlo! Mi limito a farvi vedere come faccio io, sperando d'essere d'aiuto.

La tecnica di "imbustare" le piante si applica a moltissime varietà di ortaggi e verdure, spontanee e coltivate. Se le piante sono presenti nel proprio orto, i sacchetti di garza o in tnt (tessuto non tessuto) possono essere usati per periodi lunghi, svolgendo anche una funzione di isolamento contro le ibridazioni ma di questo ne parleremo in un post ad hoc.


Questa la pannocchia dei semi dell'amaranto, andando verso la maturazione completa si piega per i peso dei moltissimi semi.  La raccolta si può fare "al volo", con un sacchetto di carta in cui si infila la pannocchia e, tenendo chiusa l'imboccatura con una mano, recidendo il fusto. Ma consiglio di adoperare i sacchi in tnt in cui infilare le piante intere, visto che le infiorescenze coi semi sono presenti anche sui rami laterali.


Dopo aver raggruppato più piante, infilarle nel sacco…


... e poi appendere in luogo riparato.


I semi cadranno nel sacco e potranno essere facilmente raccolti


Sono moltissime la piante di cui si possono raccogliere i semi operando a questo modo, dalla bieta alle cime di rapa o alla cicoria.


Per piante come la cicoria, che hanno fusti legnosi e possono lacerare le buste di carta o di tnt, è consigliabile usare una federa di cuscino. Ciò vale anche per i capolini di piante spinose come il cardo mariano, ad esempio. Consiglio di reciderli singolarmente e poi estrarre i semi coi guanti, a casa.


Esempi di tante spontanee di cui vanno raccolti i semi con il sacco:


Acetosa

rosolaccio

crespigno


senape nera


atreplice rossa


Questo tipo di pianta va tagliata e posta nel sacco a seccare completamente quando almeno il 60% dei semi è maturo.


Naturalmente il discorso non si esaurisce qui, ne riparleremo in più interventi, assieme alle modalità di conservazione dei semi.
Vi consiglio un'ottimo manuale per la conservazione dei semi, io ho la versione cartacea, ignoro se sia ancora reperibile e dove, potete vederlo qui:

http://www.scribd.com/doc/35890494/Manuale-Salva-Semi-e-coltivazione-ortaggi

domenica 19 settembre 2010

zucca Cappello del Prete

Zucca Cappello del Prete
a cura del G.A.S. Solidea

La zucca cappello da prete è la zucca, tipica della pianura reggiana e mantovana, che ha reso famosi "i tortelli di zucca".Sta scomparendo dalle campagne a causa della minore produttività e per la caratteristica, poco adatta alla commercializzazione, notevole variabilità di pezzatura, che va da uno a cinque chili. Ogni pianta è capace di produrre due zucche di medie-grosse dimensioni, in alcuni casi tre.

http://it.wikipedia.org/wiki/Zucca_Cappello_del_prete

La polpa è leggermente farinosa, dalle nostre parti viene consumata tagliata a fette e cotta in forno... senza bisogno d'altro! Molti mangiano anche la buccia che è molto sottile.



Abbiamo effettuato la zappatura non appena le piogge di Marzo lo hanno permesso. A fine Marzo, con luna crescente, abbiamo seminato i semi in vasi fatti ritagliando i brik del latte, ponendo il seme verso il basso a circa un centimetro di profondità.



Verso la fine di Aprile, quando la seconda foglia vera era ben aperta, abbiamo trapiantato in terra, scavando le buche a due metri di distanza tra loro ed interrando letame maturo. A Giugno abbiamo effettuato un diserbo manuale per impedire alle erbe infestanti di ombreggiare le zucche.



Questa zucca non può essre coltivata in aridocoltura, anche se non necessita di molta acqua. Abbiamo innaffiato solamente in Luglio, una volta alla settimana.
A fine Agosto le prime zucche erano pronte da cogliere, mostravano il peduncolo disseccato, sintomo di maturazione.



Il risultato è stato eccellente, le 15 piantine hanno prodotto 38 zucche, tra grandi e piccole, con maturazione scalare.

Un ringraziamento a Paolo ed Angelo per l'ospitalità, all'istituto Zanelli www.itazanelli.it  che si prodiga per mantenere vive le varietà della nostra zona ed a tutti i membri del GAS (Gruppo di Acquisto Solidale) Solidea, che hanno messo un pò del loro tempo in questo piccolo-grande progetto.
 
 

martedì 14 settembre 2010

Patate 2010


Patate, raccolto 2010
di Angelo Passalacqua


A completamento del post della semina delle patate, voglio mostrare l'esito del raccolto, questo anno è stato molto favorevole, sia per qualità che per quantità.

Vi rimando al post per una precisazione importante, la foto con la zappa era per mostrare l'esatto orientamento est-ovest delle file delle coltivazioni, onde evitare che le piante si ombreggino l'una con l'altra, notate l'ombra della zappa proiettata sul terreno.




Come ho già detto, le patate non vanno interrate profonde, le piante vanno rincalzate con lavorazioni molto superficiali del terreno, creando delle porche rialzate che favoriranno anche il drenaggio della pioggia.



Verso la metà di Luglio quasi tutte le varietà, eccetto le tardive come la Vitelotte, sono al giusto punto di maturazione, un po' prima che le piante secchino completamente.




Il terreno è molto friabile, per opera della rincalzatura ed anche perché i tuberi, crescendo, "rompono"la terra. La raccolta è molto agevole, basta afferrare con le mani le piante al colletto e tirare...



E' evidente che la pianta ha messo le patate attorno al fusto, nel terreno rincalzato e non in profondità.




La pianta non è andata più giù di dove avevo messo il tubero-seme, basta smuovere con le mani per raccogliere tutte le patate.


Tutte le varietà sono state produttive, anche quelle di piccola pezzatura.


La Ratte, o patata asparago



la Rossa Silana

Tenete sempre presente che sono partito da tuberi-semi autoriprodotti grandi come ciliegie e susine...






A seconda delle varietà, il peso dei tuberi andava dai settanta grammi ai 550 gr.


Dall'alto e da sinistra a destra: Rossa silana 550 gr, Spunta 320 gr, Quarantina 280 gr, Bolognese 410 gr, Sieglinde 300 gr, Tonda di Berlino 70 gr (l'una)

 

Una curiosità, la patata Silana con buccia bicolore...

lunedì 6 settembre 2010

Patate in verticale

Esperimento Patate in verticale
 di Danilo Melchiori

Un saluto a tutti, ringrazio Paolo e Angelo che mi hanno invitato su questo Blog che peraltro conoscevo già, lo leggevo da tempo e lo trovavo molto bello e utile per le informazioni che vi si potevano trovare, non sono un grande esperto ma un semplice hobbista che cerca di portare avanti un piccolo orto, cercando sempre di divertirmi facendo nuovi esperimenti che a volte riescono altre no, ma è giusto così, dagli errori si impara e si cerca di commeterne sempre meno.


Per iniziare vi propongo l'esperimento che ho voluto fare di persona, la coltivazione delle patate in un cassone,

all'inizio di quest'anno ho preparato questa cassa, ho utilizzato 4 quadrucci di legno da 5 cm alti un metro negli angoli, ho messo sul fondo del tessuto non tessuto per evitare che larve o altri insetti potessero risalire, come pareti ho utilizzato del "perlinato" legno sottile che ha già l'incastro in modo da non permettere il passaggio della luce, le misure: 100 x 50 cm



ho poi messo circa 15 cm di terriccio universale mischiato a letame di cavallo comprato in sacchi,
il 3 marzo  ho seminato le patate, come seme ho usato patate che avevo in casa che avevano germogliato, 7 patate tagliate a metà, una volta messe a dimora le ho ricoperte con altro terriccio fino all'altezza delle sponde


a metà aprile (11-4) le patate erano belle rigogliose,



il 18 aprile ho provveduto ad alzare con altre stecche le sponde ed ho riempito di nuovo con altro terriccio, lasciando sempre fuori la parte alta delle piante


a metà maggio ho alzato ancora le pareti ed aggiunto altro terriccio, come si vede le piante stanno crescendo molto bene, nonostante la stagione non sia delle migliori non vedo grossi problemi sulle piante


arriviamo al 10 luglio, è ancora presto ma guardando il terriccio vedo notevoli crepe che fanno filtrare luce sulle patate, decido di raccoglierle, le piante stanno già seccando perciò ritengo migliore questa soluzione,


ho tolto le pareti laterali ed ho iniziato la raccolta, come si vede le patate sono belle e sane, la pezzatura non è molto grande ma va bene ugualmente, raccolgo le patate guardando e cercando di capire come è andato l'esperimento, si nota subito che, le patate migliori seminate hanno dato frutti in tutti i tre strati di terriccio che ho messo, quelle più deboli, che avevano i getti appena accennati, hanno prodotto frutti solamente nella parte bassa, nei due strati superiori non hanno prodotto nemmeno una patata, in base a queste considerazioni si può concludere che, se l'esperimento fosse stato fatto con patate "da seme", tutte ben germogliate, la produzione sarebbe stata di molto superiore.

Anche in queste condizioni, con gli errori commessi e l'inesperienza mia sulla coltivazione della patata, posso ritenermi soddisfatto della prova, dalle sette patate seminate ho raccolto circa 12 chilogrammi di patate che sono già una bella resa


Spero che questo "esperimento" amatoriale possa essere utile a chi, magari avendo letto esperimenti analoghi voleva avere altre conferme o idee su questo tipo di allevamento in verticale